DESCRIZIONE
Tutti gli elementi di seguito decritti, sono individuabili all’interno del centro storico.
Varzi dovrebbe essere stata fondata dai Liguri qualche secolo prima della nascita di Cristo. Lo si deduce dalla stessa etimologia del toponimo, che deriva da var, una parola ligure che significa “acqua”: dunque “paese sull’acqua”. L’abitato non poteva essere che sulla parte bassa, proprio sulle acque dello Staffora. Si sa infatti che Varzi, fino ai primi decenni di questo secolo, veniva periodicamente inondata dalle acque del torrente (il toponimo di Staffora è sta fora, ossia “esce dagli argini”).
Questa particolare ubicazione non fu conseguenza di scelte avventate: in quei secoli infatti, lo Staffora aveva l’alveo più stretto ed era ad un livello più basso dell’attuale.
E’ stato solo nei secoli successivi che, a causa dello slittamento a valle dei materiali erosi a monte durante le piene, il suo alveo si è gradualmente alzato, provocando notevoli disagi.
Un altro motivo in base al quale si pensa che le prime abitazioni sorgessero nella parte più bassa, consiste nel ritrovamento di locali seppelliti sotto l’attuale piano strada.
Il primo è stato individuato alcuni decenni fa in Via del Rosino: alcuni scavi effettuati per la realizzazione di una cantina sotterranea, fecero affiorare un originale lavatoio in pietra e un’altra struttura che poteva essere un pozzo o un convogliatore di acqua sorgiva, che serviva ad alimentare il lavatoio stesso.
Un altro ritrovamento, scavando una cantina in Via del Mercato: sotto l’attuale piano strada, si scoprì che vi era già un locale adibito a stalla.
Varzi ha subito una svolta essenziale, in campo urbanistico, nel 1275: con l’elezione a sede di marchesato, si trasformò gradatamente da piccolo nucleo a borgo di una certa importanza.
Le nuove costruzioni realizzate in seguito all’aumento di popolazione, si localizzarono però nella parte alta vicino al castello, senza ampliare così il nucleo originario vicino allo Staffora: il nuovo borgo fu edificato vicino ma, nello stesso tempo, nettamente separato dalle abitazioni esistenti.
Il progettista, tracciando il perimetro delle mura, vi inglobò la parte già costruita del castello, individuando alcune aree da destinare ad orti per la sopravvivenza in caso di assedio, lasciandone altre di utilizzo pubblico e destinando la rimanente parte a lotti edificabili. Ne derivò un impianto a scacchiera irregolare costituito dal castello, dalle torri, dalle mura e da alcuni portici. Delle mura ben munite, non rimangono che poche tracce.
Le strade vennero suddivise in: principale, secondarie e di servizio; sulla principale, che collegava le due porte (Porta Sottana, o Torre Mangini, e Porta Soprana, o torre del campanile) ed era in parte fiancheggiata da portici, si affacciavano botteghe ed ingressi; le secondarie, ortogonali alla prima, fungevano da collegamento interno; le strade di servizio dovevano avere la funzione di accesso alle stalle e ai depositi sul retro dei lotti.
All’inizio di Via Mercato, è stata ritrovata una cantina, situata al piano strada, il cui soffitto era sostenuto da due colonne cilindriche in pietra, sormontate da due capitelli scolpiti, probabilmente risalenti al XII-XIII secolo.
Molto particolare la “Via di Dentro”, ricavata dall’antica strada di fondovalle.
In “Vicolo dietro le Mura” si può attraversare il tunnel costruito sopra il muro di difesa.
In “Via della Piazzola”, è interessante constatare che, come indicato in precedenza, il fondo stradale è il soffitto delle cantine sottostanti.
La torre sottana si sviluppa accanto all’antico corpo di guardia. La torre soprana è anch’essa in pietre a vista: nel secolo XIX è stata in parte trasformata in campanile. Entrambe le costruzioni presentano cornici con esterno a bugnato e portale a sesto acuto. Nella torre sottana sono visibili ancora le tracce della difesa piombante, ed il portale ha mensole in arenaria.
Il Palazzo Malaspina-Odetti, in pietra arenaria a vista, s’affaccia sulla piazza del Municipio e deriva da una ristrutturazione dell’antico castello effettuata nel XVIII secolo. Degno di rilievo il portale in stile barocco. L’ingresso padronale presenta un portale a sesto acuto.