Evento - Fiera del 1 maggio
Cose sagge e meravigliose è un'occasione unica per rivivere per un giorno atmosfere, suoni e profumi tanto cercati ma che raramente capita di trovare. L'ambientazione unica nell'antico borgo medievale di Varzi fa da cornice ai migliori produttori di salami, formaggi, miele e vino della zona e agli allevatori di bovini, cavalli, ovi-caprini, conigli e animali da cortile. È l'unica manifestazione che si svolge in parte nel borgo antico e in parte nella piazza della fiera (esposizioni animali) e permette al visitatore di immergersi completamente, accompagnato dal suono dei pifferi, in un mondo che non è la ricostruzione di qualcosa che fu ma la migliore e più degna presentazione delle eccelse realtà produttive che miracolosamente ancora questa zona riserva, scelte e selezionate con cura dagli organizzatori. La presenza tra le “Cose sagge e meravigliose” è il miglior riconoscimento che un allevatore o un produttore può vantare e un privilegio per il visitatore che ha la possibilità di vederle e gustarle.
Luoghi: Varzi, visite guidate del Borgo medioevale ed escursione al Tempio Sacrario della Fraternità – loc. Cella di Varzi
Varzi sorge al centro della Valle Staffora, nel cuore dell'Oltrepò Pavese. Da vedere è il borgo antico, il Castello Malaspina posto di fronte alla piazza del Municipio, la Torre quadrangolare del XIII secolo che si erge a lato del castello, le due Porte, Soprana e Sottana, entrambe sormontate da due torri conosciute con il nome di Torre Mangini e Torre dell’Orologio. Sempre nel borgo sono degni di nota la Chiesa Parrocchiale del ’500 e i due Oratori del ’600 dei Rossi e dei Bianchi, che prendono il nome delle Confraternite che li frequentavano. Nella parte bassa del paese è di notevole interesse la Chiesa dei Cappuccini in stile romanico dedicata a S. Germano risalente al 1100.
Tempio della Fraternità – Cella. La storia di questa chiesa è legata all’ultima guerra mondiale. Nei primi anni ’50, un ex cappellano militare reduce dalla guerra, desideroso di costruire una chiesa a Cella, suo paese natale, ebbe l’idea di raccogliere le rovine del conflitto e con questo materiale costruire il tempio come simbolo e auspicio di una ricostruzione più grande: quella della fratellanza umana. Lo fece arredare con tanti ricordi di guerra, trasformando gli ordigni di distruzione e di morte in inni alla vita e alla felicità.