DESCRIZIONE
Sullo sperone di una valletta bagnata dal torrente Begna, affluente del Nizza, all’altitudine di circa 700 metri sorge l’antica abbazia di S.Alberto di Butrio. Questo luogo fu ben munito, proprio come un castello. Lo dimostra non solo l’ubicazione isolata dell’edificio, ma anche la struttura fortificata che lo caratterizza, individuabile nei bastioni, nelle robuste mura e nella torre originaria, costituita da grossi blocchi di arenaria ben lavorati e squadrati. Nell’XI secolo un sacerdote di nome Alberto, dopo aver distribuito ai poveri tutto il suo patrimonio, si ritirò come eremita tra questi monti, e in questo luogo costruì una piccola chiesa in onore della Vergine. Intorno a lui si raccolsero altri fedeli, e così sorse l’abbazia, che venne disciplinata con le regole di San Benedetto. Secondo la tradizione, nel 1167 Federico Barbarossa, di ritorno da Roma, si recò in pellegrinaggio in questo luogo. Nel 1320, pare che Edoardo II d’Inghilterra si recò nell’abbazia in cerca di pace e di solitudine e vi morì, ancora giovane. L’attuale complesso è il risultato dell’accostamento di tre chiese, realizzate in epoche diverse: Sant’Antonio, Santa Maria, Sant’Alberto. Una quarta chiesa probabilmente corrispondeva all’attuale sacrestia. Si accede all’abbazia da un portale a doppia strombatura con arco a tutto sesto, cornice ed architrave lapidei, il tutto sormontato da lunetta. Sopra il portale, una finestra tamponata quadrangolare, incorniciata da mattoni pieni. Il portale è riparato da un portico con colonne in granito. Il primo ambiente che si attraversa, entrando nell’abbazia, è la chiesa di S.Antonio. L’edificio, che ha forma trapezoidale e schema planimetrico ad aula, risulta scandito in quattro campate da un grosso pilastro centrale, e presenta pareti perimetrali, coperture, sostegni e altare interamente affrescati. L’altare, addossato alla parete nord, è costituito da un blocco rettangolare in pietra. La parete nord è caratterizzata da due bifore con archi a tutto sesto, colonnina a sezione esagonale e capitello scolpito. Il soffitto è costituito da quattro volte a crociera ad unghia sferica, di cui solo tre presentano nervature. Agli angoli delle pareti perimetrali sono localizzate due lesene rettangolari appaiate. I pilastri laterali di sostegno agli archi sono costituiti da semicolonne affiancate da lesene e da una mensola in pietra liscia. Il pilastro centrale cruciforme ha addossate due paraste e due semicolonne. Gli storici del luogo farebbero risalire la chiesa di S.Antonio al XV secolo, epoca della decorazione pittorica. In quell’epoca sarebbe stata realizzata per dare ricovero ai viandanti che non potevano accedere alla chiesa di S.Maria perché zona di clausura severamente riservata ai monaci. Attraversando una piccola porta con volta ad arco, si accede alla chiesa di S.Alberto, mentre un’ampia arcata conduce alla chiesa di S.Maria. Quest’ultima, costituita da un’unica navata, è la chiesa principale del complesso monastico. In essa si svolgono le funzioni religiose. Vi si accede, come già accennato, tramite arcata a tutto sesto inserita nella campata est dell’attigua (e comunicante) chiesa di S.Antonio. La copertura è caratterizzata da due volte a crociera nervata, di pianta quadrata, separate da un arco trasversale di forma ogivale. La parte dell’abside a semicerchio, con due monofore a doppia strombatura, è coperta da catino, ed è separata dalla navata da un arco trionfale a tutto sesto. Una porta, sormontata da architrave in pietra (a cui è sovrapposto un arco in mattoni pieni), mette in comunicazione la chiesa con quella di S.Alberto. La muratura della chiesa è costituita da conci in pietra calcarea con inserti in laterizio. La chiesa di S.Maria è la più antica tra le chiese del complesso monastico. Secondo una bolla papale del 1073, l’edificio sarebbe stato edificato nella prima metà dell’XI secolo dallo stesso S.Alberto come primo nucleo del monastero. La chiesa di S.Alberto, di cui non si hanno precise certezze sulla data di edificazione, è impostata ad una quota più bassa rispetto alla chiesetta primitiva di S.Maria (a cui si appoggia dal punto di vista strutturale) ed al vestibolo di S.Antonio, impostati ad un medesimo livello. Anch’essa è costituita da unica navata suddivisa in quattro piccole campate coperte da volte a crociera. Le pareti laterali della seconda campata sono caratterizzate da due aperture: un passaggio rettangolare sormontato da architrave in pietra, che fa accedere alla chiesa di S.Maria; un’altra apertura rettangolare con architrave in pietra, che immette alla galleria del chiostro, e quindi al giardino interno tramite scalinata in pietra. Un altro passaggio, inserito nella parete terminale ovest, conduce alle parti realizzate nel 1966 ed alla cappella di Frate Ave Maria. Sulle pareti vi sono quattro pilastri compositi appaiati. La zona del presbiterio è stata oggetto di vari interventi nel passato, a causa della scoperta e successiva accomodazione, nel pavimento, dei loculi tombali in cui era stata sepolta la salma di S.Alberto che, pare, sia morto attorno al 1073. La muratura è costituita da conci di pietra legati con calce, senza aggiunte di laterizio. Dalla chiesa di S.Alberto, superando un ingresso con architrave, posizionato dopo il presbiterio, si arriva alla zona del chiostro che, per caratteristiche tipologiche, risalirebbe al XII/XIII secolo. Il portico si apre su un giardino tramite una galleria costituita da una trifora, tre bifore, mentre un’apertura mediana permette l’accesso al giardino, dove si trova un pozzo in pietra ed un bacile scolpito. Gli archi della galleria poggiano su colonne sormontate da capitello e pulvino. Qui è possibile ammirare la tomba in cui fu sepolto, secondo la tradizione, Edoardo II Re d’Inghilterra. Questo sepolcro, scavato nella roccia, è sormontato da un arco, segno onorifico per i guerrieri nordici. Salendo una scala in pietra, si giunge al loggiato superiore, entrando poi nella camera di Frate Ave Maria, l’eremita cieco che qui visse da Santo e morì nel 1964. La Sacrestia è costituita da un edificio attiguo e parallelo alla chiesa di S.Maria, che funge anche da raccordo tra il complesso delle chiese e la torre. Consiste in uno stretto corpo di fabbrica rettangolare, coperto da volta a botte e con muratura in pietra. Si pensa che questa struttura sia un corpo edilizio aggiunto, addossato alla parete laterale sinistra della chiesa di S.Maria, edificato in tempi posteriori all’assetto duecentesco. La torre, posizionata ad est del complesso abbaziale, è stata più volte rimaneggiata: il suo paramento murario rivela infatti diverse epoche costruttive. L’edificio, costituito da due elementi architettonici sovrapposti distinti tra loro, ha pianta quadrangolare ed è sormontato da cella campanaria. Il paramento murario del corpo edilizio inferiore è caratterizzato da due porzioni sovrapposte di caratteristiche diverse per tecnica costruttiva e lavorazione del materiale: mentre l’ordine superiore di muratura è regolare, con i conci di pietra perfettamente squadrati e di dimensioni pressochè costanti, con tessitura tipica del XIII secolo, la parte inferiore, più grezza, è caratterizzata da conci di dimensioni differenti tra loro, appena sbozzati e con poca malta, attribuibili ad epoca tardo imperiale e quindi risulterebbe l’elemento più antico della struttura abbaziale. Le caratteristiche costruttive di questa porzione di muratura sono comuni ad altri edifici militari di età tardo-imperiale, specie per il tipo di fondazione “a platea”, in uso presso i romani. In base a studi relativi alla calce di questa zona inferiore della torre, si ipotizza che ci si trovi di fronte a vestigia di una costruzione di epoca tardo imperiale attorno alla quale, in tempi successivi, vennero edificati altri elementi. La compattezza e lo spessore della muratura fanno pensare ad un fortilizio con funzione difensiva, probabilmente l’elemento di un sistema di guardia romano che comprendeva tre torri: quella di Oramala, di Butrio e di Pozzol Groppo, dislocate all’interno del sistema montuoso oltrepadano. La cella campanaria presenta quattro aperture ad arco a tutto sesto, e sommità coperta da tetto a padiglione in coppi. La torre è collegata agli altri corpi di fabbrica tramite un vano di passaggio.
SISTEMA URBANO
L’abbazia è circondata da boschi.
CRONOLOGIA
Non pervenuta.
DESTINAZIONE ORIGINALE
Nucleo religioso realizzato su vestigia di antico fortilizio romano.
USO ATTUALE
Abbazia.
PROPRIETA'
Non pervenuta.